Apri la tua casella email. Scorri i tuoi social preferiti. Quanti “10 trucchi infallibili per…”, “La guida definitiva a…”, “Il segreto mai svelato per…” hai incrociato solo oggi? E, domanda ancora più diretta: quanti corsi sulla comunicazione hai iniziato, magari con entusiasmo, per poi abbandonarli al terzo video, sommerso da una valanga di nozioni che promettevano miracoli immediati? Se ti riconosci, benvenuto nel club. Non sei solo.
La malattia della “bulimia formativa” nel marketing
Viviamo nell’era dell’abbondanza informativa e il settore della comunicazione e del marketing non fa eccezione. Anzi, ne è forse uno dei massimi esempi. Corsi online, webinar, tutorial gratuiti, ebook scaricabili, “formule magiche” svelate da sedicenti guru spuntano come funghi dopo una pioggia autunnale. Una vera e propria “sindrome da tutorial infinito” che ci spinge a consumare contenuti formativi in modo quasi compulsivo.
La pressione è sottile ma costante: devi sapere tutto, devi essere aggiornato sull’ultima novità, devi padroneggiare ogni strumento. E devi farlo subito. Il risultato? Spesso ci si ritrova con una conoscenza vasta come l’oceano, ma profonda come una pozzanghera. Si accumulano tattiche, si imparano a memoria definizioni, si scaricano template, ma manca il collante: il pensiero strategico.
Ricordo un cliente, un piccolo imprenditore con un prodotto eccellente, che aveva seguito decine di corsi sul social media marketing. Applicava diligentemente ogni “trucco” appreso: l’orario migliore per postare, l’hashtag del momento, il tipo di visual più coinvolgente. I risultati, però, erano scarsi. Perché? Perché gli mancava una strategia di fondo, una comprensione reale del suo pubblico e, soprattutto, una voce autentica. Stava solo replicando tattiche altrui, sperando che funzionassero per magia anche per lui.
Le trappole nascoste dietro l’abbondanza di informazioni
Questa rincorsa affannosa alla “pillola magica” formativa porta con sé diverse conseguenze, tutt’altro che positive:
- Conoscenza frammentata e superficiale
Si salta da un argomento all’altro, senza mai approfondire veramente. Si conoscono tanti “cosa”, ma pochi “perché”. - Applicazione meccanica, zero strategia
Si importano modelli e tattiche senza capire se siano adatti al proprio contesto, al proprio brand, ai propri obiettivi. È come cercare di montare un mobile IKEA usando le istruzioni di un altro modello: frustrante e inefficace. - Omologazione e perdita di autenticità
Se tutti seguono gli stessi corsi e applicano le stesse “formule”, il risultato è una comunicazione tristemente standardizzata. Dove finisce la tua voce unica, il tuo vero carattere distintivo? - Frustrazione cronica
Più corsi segui, più ti sembra di non sapere abbastanza. Ogni nuovo “segreto svelato” ti fa sentire un passo indietro. È un circolo vizioso che alimenta ansia e insicurezza, anziché competenza.
Mi è capitato, al ritorno in Italia, di cadere in questa trappola. Volevo imparare tutto quello che mi sembrava di non sapere e subito. Risultato? Tanta confusione e poca direzione. Solo quando ho iniziato a filtrare, a concentrarmi sull’essenziale e a mettere nuovamente la strategia davanti all’istruzione seriale ho iniziato a cementificare le mie competenze.
L’alternativa? Tornare all’essenziale e valorizzare l’umano (e il cervello)
Esiste un’altra via. Un approccio alla formazione sulla comunicazione più “artigianale”, meno bulimico, decisamente più umano e, alla lunga, molto più efficace. Quello che assieme ai collaboratori di Studio Utaini cerchiamo di applicare e trasmettere.
Implica una scelta consapevole:
- Focalizzarsi sull’essenziale e sul pensiero critico
Invece di rincorrere ogni nuova moda, concentrati sui fondamentali della comunicazione e del marketing. Impara a porti le domande giuste, prima di cercare le risposte. La strategia viene prima degli strumenti, sempre. - Privilegiare l’esperienza reale e il “saper fare”
La teoria è importante, ma la pratica è insostituibile. Cerca percorsi formativi che ti spingano a “fare”, a sperimentare, a metterti alla prova su casi concreti. L’errore, se analizzato e compreso, diventa un maestro impagabile. Non aver paura di testare e, se serve, di ammettere “questo non ha funzionato, proviamo diversamente”. - Sviluppare una strategia su misura e una voce autentica
Ogni brand, ogni professionista, ogni progetto è unico. Non esistono soluzioni “one size fits all”. La vera formazione ti aiuta a capire come sviluppare la tua strategia, non a copiare quella di altri. E ti guida nella scoperta e nell’affinamento della tua voce, quella che ti rende riconoscibile e memorabile. - Valorizzare l’aspetto umano e la relazione
La comunicazione è, prima di tutto, relazione tra persone. Un eccesso di automazione o la ricerca spasmodica di “hack” rischiano di farci dimenticare questo aspetto fondamentale. Impara a comunicare in modo empatico, trasparente, costruendo fiducia.
I frutti di un approccio più profondo (e meno frenetico)
Scegliere una formazione mirata, strategica, che vada oltre la superficie, richiede forse un investimento di tempo e di impegno iniziale maggiore. Ma i benefici sono tangibili e duraturi:
- Risultati solidi
Una comunicazione basata su una strategia solida e una voce autentica porta a risultati concreti, non a fuochi di paglia. - Maggiore consapevolezza
Capisci veramente cosa stai facendo e perché. Non applichi tattiche a caso, ma prendi decisioni informate. - Comunicazione efficace e distintiva
Ti distingui dalla massa omologata, costruendo un brand (personale o aziendale) con carattere e riconoscibilità. - Meno stress, più soddisfazione
Esci dalla giostra della “formazione infinita” e inizi a costruire competenze reali, con un senso di progressione e padronanza.
Non si tratta di demonizzare i corsi online o i tutorial. Molti sono risorse preziose, se scelti con criterio e inseriti in un percorso di apprendimento più ampio e consapevole. Si tratta di cambiare prospettiva: da consumatori passivi di informazioni a costruttori attivi della propria competenza.