Nell’ultimo articolo, abbiamo fatto un vero e proprio sprint: in 60 minuti abbiamo trasformato il tuo profilo LinkedIn da un CV impolverato a una calamita per opportunità. Ora hai una vetrina perfetta, una headline che comunica valore, una sezione informazioni che racconta la tua storia. Ottimo.
Ma un negozio con una vetrina bellissima, se dentro non succede mai nulla, rimane solo un bel guscio vuoto.
Avere un profilo ottimizzato è il punto di partenza, non il traguardo. È il tuo stadio. Ma se non si gioca nessuna partita, nessuno verrà a vederti. La “partita” su LinkedIn si gioca con i contenuti. È attraverso i contenuti che la tua competenza smette di essere una dichiarazione e diventa una dimostrazione. È con i contenuti che attiri il tuo pubblico, costruisci fiducia e, alla fine, generi opportunità di business.
Molti professionisti si bloccano qui. Hanno paura di non avere nulla da dire, di non essere abbastanza interessanti, di non sapere da dove iniziare. La verità è che non devi essere un guru o un influencer. Devi solo essere utile.
Ecco una mappa strategica, basata su tre pilastri, per passare dalla paralisi da foglio bianco a una strategia di contenuti sostenibile e, soprattutto, efficace.
Pilastro 1: La Matrice dei Contenuti (cosa dire?)
Il blocco dello scrittore nasce spesso da una domanda sbagliata: “Di cosa parlo oggi?”. La domanda giusta è: “Come posso essere utile al mio pubblico oggi?”. Per rispondere in modo strategico, puoi usare una semplice matrice basata su quattro tipologie di contenuto, ognuna con uno scopo preciso.
- Contenuti educativi (insegna). Sono il cuore della tua strategia. Sono i contenuti con cui dimostri la tua competenza risolvendo un piccolo, specifico problema del tuo pubblico. Esempi: un tutorial, una guida pratica (“5 passi per…”), la spiegazione di un concetto complesso, la demolizione di un falso mito del tuo settore. L’obiettivo è che il lettore, dopo aver letto, pensi: “Utile! Ho imparato qualcosa”.
- Contenuti ispirazionali (motiva). Questi contenuti non insegnano, ma smuovono qualcosa a livello emotivo. Parlano dei “perché”, delle visioni, dei valori. Esempi: una riflessione su un fallimento e la lezione imparata, la storia di come hai superato una difficoltà, un’analisi contro-intuitiva su un trend di mercato. L’obiettivo è che il lettore pensi: “Mi ritrovo in questo pensiero. Questa persona mi ispira”.
- Contenuti di connessione (coinvolgi). Servono a mostrare la persona dietro al professionista e a creare un dialogo. Esempi: un post in cui racconti un “dietro le quinte” del tuo lavoro, una domanda aperta alla tua rete per conoscere la loro opinione su un tema, la condivisione di una risorsa utile creata da altri (con un tuo commento di valore). L’obiettivo è che il lettore si senta parte di una conversazione.
- Contenuti promozionali (vendi): Sì, puoi anche vendere. Ma con parsimonia e intelligenza. Questi contenuti devono essere la minoranza (la regola dell’80/20 è un buon punto di partenza). Esempi: l’annuncio di un nuovo servizio, la presentazione di un caso studio di successo, un invito a un webinar. L’obiettivo è chiaro: portare l’utente a compiere un’azione specifica.
Alternando queste quattro tipologie, non solo non rimarrai mai senza idee, ma costruirai un rapporto equilibrato con il tuo pubblico, basato sul dare prima di chiedere.
Pilastro 2: il formato giusto (come dirlo?)
La stessa idea può essere espressa in molti modi. Scegliere il formato giusto aumenta l’efficacia del tuo messaggio.
- Testo Breve: ideale per una riflessione veloce, una domanda, un’opinione secca. Va dritto al punto.
- Testo Lungo/Articolo: perfetto per i contenuti educativi. Ti permette di approfondire, argomentare e posizionarti come un vero esperto.
- Carosello (PDF): un formato interessante. Trasforma un concetto complesso in una serie di slide visive, facili da consumare e da salvare. Ottimo per guide e tutorial.
- Video: il formato che crea più connessione umana. Puoi usarlo per brevi consigli (“talking head”), per mostrare un processo o per intervistare qualcuno.
- Sondaggio: un modo semplice e veloce per generare interazione e raccogliere dati preziosi sulle opinioni del tuo pubblico.
Non devi usarli tutti. Scegli i 2-3 formati che si allineano meglio al tuo stile di comunicazione (il famoso criterio del talento).
Pilastro 3: la costanza sostenibile (quando dirlo?)
La costanza batte l’intensità. È meglio pubblicare un solo post di altissima qualità a settimana, ogni settimana, piuttosto che pubblicare tutti i giorni per un mese per poi sparire per sei.
- Azione: apri il tuo calendario e decidi realisticamente quanti “slot” di tempo puoi dedicare alla creazione di contenuti. Uno? Due? Sii onesto. Quella è la tua frequenza di pubblicazione. Non quella dei guru, la tua.
- Crea un piano editoriale semplice: basta un foglio Excel. Metti le date, la tipologia di contenuto (dalla matrice), il formato e una bozza di titolo. Avere un piano, anche solo per le prossime due settimane, elimina l’ansia del “cosa pubblico oggi?”.
Avere un profilo LinkedIn perfetto è come avere una macchina da Formula 1 tirata a lucido. Ma se la lasci ferma ai box, non vincerai mai nessuna gara. Inizia a giocare la tua partita. Inizia a creare valore, con costanza e strategia. Sarà quello a fare tutta la differenza.
Nel mio libro “Personal Branding Strategico”, dedico un intero capitolo alla creazione di contenuti che costruiscono fiducia, con tecniche avanzate come le rubriche tematiche e il riutilizzo strategico dei contenuti. Se vuoi un sistema completo, lo trovi su Amazon.
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E ora, la discussione si sposta su LinkedIn. Quale delle 4 tipologie di contenuto (Educativo, Ispirazionale, Connessione, Promozionale) senti di usare di meno nella tua strategia attuale?










